"NON E' UN GIOCO"
Questa breve riflessione nasce da un input del Gruppo Famiglie della Parrocchia Santa Maria del Perpetuo Soccorso che ha rilevato l’esigenza di affrontare il tema della ludopatia.
In realtà già il sistema sanitario regionale e di conseguenza l’ASP di Siracusa, nel loro piano programmatico d’interventi, hanno posto particolare attenzione alla prevenzione, cura e riabilitazione della ludopatia. Al tavolo programmatico, per il territorio di Augusta, partecipano anche l’AUSER e l’AFI (ass. di famiglie) che si occupano più specificatamente di prevenzione. Naturalmente afferisce anche il comune di Augusta e le forze dell’ordine del nostro terrritorio.
Quindi la richiesta di cui accennato prima è rientrata perfettamente nel progetto ASP e il 20 marzo scorso il Gruppo Famiglie con la collaborazione dell’ASP di Siracusa, l’AUSER circolo di Augusta, l’AFI Augusta ha presentato l’incontro sulla ludopatia. Ad esporre il tema sotto l’aspetto psicologico è stato il dott. S.Libranti psicologo e psicoterapeuta della Gestalt, il dott. R. Castro psichiatra che ha affrontato l’aspetto medico e psichiatrico, la dott.ssa E. D’Antoni sociologa per parlare dell’importanza della partecipazione civica e la sottoscritta che ha provato a collegare i vari argomenti e quindi a moderare l’incontro. Tutti i professionisti citati operano presso il Ser.T. di Augusta che è il luogo di cura delle malattie di dipendenza patologica. La ludopatia è infatti una di queste.
Prima di approfondire l’argomento mi preme sottolineare che il gioco è una delle attività umane che genera soddisfazione e piacere. L'attività ludica è infatti la forma di espressione privilegiata dal bambino, forma attraverso la quale egli si rapporta a se stesso ed esplora il mondo circostante. La dinamica che si realizza nel gioco, è quella che permette al bambino di acquisire consapevolezza di sé, interiorizzare norme, valori e ruoli sociali. L'educazione deve assecondare la spontanea attività umana fornendo la possibilità ad ogni individuo di realizzarsi autonomamente. Il gioco rivela le più intime tendenze di ciascuno e il bambino non lo interpreta come divertimento ma come un vero e proprio lavoro.
Tale piacere del gioco continua, ed è bene, per tutta la durata della vita. Il gioco è un’attività che ci fa star bene, ci permette di assaporare il piacere di relazionarci con gli altri, pensate ad una giocata a bocce, ad una partitella con gli amici, ai classici giochi di società, per dirne alcuni. Questi caratterizzano i nostri passatempi sani e ci lasciano un senso di benessere psicofisico che rigenera il nostro umore. Per chi pratica sport questo aumenta di molto.
Tra l’altro, proprio per sottolineare questa sacrosanta verità il dott. Libranti ha coinvolto l’assemblea in un semplicissimo gioco, “indovina dov’è”, da cui sarebbe scaturita la consapevolezza che il vissuto di quel breve tempo è stato piacevole.
Quindi il primo monito è Non Demonizzare il Gioco perché è Bello.
Nel gioco d'azzardo i risultati di ogni giocata dipendono dal giocatore e dal caso. In Italia il gioco d'azzardo è molto diffuso. Nella maggior parte dei casi i giochi d’azzardo e le scommesse sportive rappresentano una forma di divertimento praticata occasionalmente. Ma un giocatore patologico spende nel gioco tutto il suo salario e non solo, e a soffrirne sono coloro che gli sono vicini, partner e figli, la distrazione sul lavoro può causare il licenziamento..
Quando si innesca nel soggetto il meccanismo delle dipendenze come quello delle sostanze stupefacenti è necessario l’intervento curativo. Come tutte le dipendenze, anche la ludopatia presenta sintomi di astinenza, caratterizzati da inquietudine,nervosismo,tremori,nausea e vomito,insonnia….Il soggetto quindi non può fare a meno di giocare, mente a sè stesso e a chi gli sta intorno,vive dei cicli di gioco compulsivi, sottrae tempo agli affetti e a tutti gli altri interessi. Necessita di un intervento terapeutico strutturato. Il primo compito dello specialista deve essere quello di aiutare e sostenere il paziente nell’aumentare il livello motivazionale alla terapia, segue la stipula di un contratto terapeutico tra il paziente, la famiglia e il terapeuta. Nel contratto va inserita la pianificazione del rientro dei debiti anche con il supporto legale se necessario. La finalità dell’intervento è quella del raggiungimento della sobrietà, cioè di un cambiamento dello stile di vita che permetta di essere più forti verso le recidive.
Dunque la ludopatia conosciuta anche come “gioco d’azzardo patologico” (GAP) non è un gioco; è brutto, non lascia per niente soddisfatti, diventa un baratro in cui pericolosamente si cade.
Ritornando al fenomeno della ludopatia è eticamente corretto precisare che non si esaurisce con l’aspetto sanitario ma abbraccia tutte le corde della società. Basta pensare a come è cambiata anche la distribuzione del gioco d’azzardo e le motivazioni che sottostanno a questo fenomeno. Per esempio: oggi il casinò non è più un posto per ricchi e nobili perché la diffusione delle slot machine ha reso accessibile ai più di giocare con queste.
Per quel che può riguardare noi cittadini, in particolare mi riferisco a chi legge su questo sito, posso suggerire quale può essere il nostro ruolo. Per chi ha problemi oggettivi con la ludopatia, familiari coinvolti nel problema, il consiglio è quello di rivolgersi alla struttura di riferimento che è il Ser.T. Per tutti gli altri dico che è cosa buona partecipare alla realizzazione di spazi e tempi ludici che riportino il piacere del vivere sano con giochi, balli e danze, in piena letizia, in famiglia . Se ci pensate bene non è facile ma è importante per iniziare.
Comunque l’auspicio è che riusciamo ad organizzare un convegno con tutti gli attori coinvolti in questo tema perché la ludopatia si combatte con una buona convergenza d’intenti, partendo intanto dal nostro territorio e con la consapevolezza che già in altre città hanno iniziato a realizzare una rete di prevenzione in tal senso.
Vi lascio con una parte del manifesto firmato di tutte le regioni nella primavera del 2016 in Lombardia (luogo in cui è più alta la presenza dei giochi d’azzardo, non dei giocatori)
- introduzione di efficaci limitazioni alla installazione e diffusione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo lecito che contemplino distanze adeguate dai luoghi sensibli, scuole, luoghi di culto, di cura, di aggregazione giovanile;
- Possibilità, per i comuni, di introdurre limitazioni di orario dell’offerta di giochi con vincite di denaro; costruzione di un sistema sanzionatorio efficace;
- previsione di forme incentivanti, anche fiscali, a sostegno di iniziative istituzionali e associative, ivi incluse forme di sostegno agli esercizi pubblici che rinuncino o non installino offerte di gioco;
- educazione e formazione dei cittadini;
- istituzioni, organi regionali per monitorare delle buone azioni;
- fare rete contro ( vedi famiglia portavalori)
Conce FLORIO – Gruppo Famiglie