Eucaristia
L’EUCARISTIA
INTRODUZIONE AL SACRAMENTO
La celebrazione della Messa, in quanto azione di Cristo e del popolo di Dio gerarchicamente ordinato, costituisce il centro di tutta la vista cristiana per la Chiesa universale, per quella locale e per i singoli fedeli.
Se il Battesimo è la porta d’ingresso nella comunità cristiana, l’Eucaristia ne è il centro e l’attuazione suprema. Il convito eucaristico è prefigurato nei banchetti di Gesù con i peccatori e gli amici durante la vita pubblica, è istituito nell’ultima cena con i dodici, è confermato nella gioia degli incontri a mensa dopo la resurrezione (discepoli di Emmaus).
Dalla Chiesa delle origini è celebrato come cena del Signore risorto e come frazione del pane, segno efficace di comunione fraterna nel Suo nome. Ben presto il rito acquista una dinamica molto precisa, con una proclamazione della Parola e una liturgia eucaristica strettamente connesse tra di loro.
CELEBRAZIONE DEL SACRAMENTO
La celebrazione, come già evidenziato, si articola in due parti: liturgia della Parola e liturgia Eucaristica.
Sono due modalità eminenti della presenza di Cristo, mensa della Parola di Dio e mensa del corpo di Cristo da cui i fedeli ricevono alimento per la loro vita cristiana. Esse formano un solo atto di culto.
La celebrazione eucaristica prevede la partecipazione attiva di tutta l’assemblea: è tutta l’assemblea che celebra. La celebrazione viene presieduta dai vescovi o i presbiteri, i quali sono abilitati ad agire in nome di Cristo.
Il presidente e l’assemblea sono segni in cui Cristo attua la Sua presenza.
BANCHETTO PASQUALE
La liturgia eucaristica rappresenta, nel contesto di una preghiera di lode e di ringraziamento e nella forma di un convito sacrificale, il sacrificio pasquale di Cristo, perché diventi il nostro sacrificio e ci coinvolga nel suo dinamismo di carità.
Secondo l’uso degli ebrei, che a tavola lodavano e ringraziavano Dio per i doni della vita, anche Gesù nell’ultima cena pronuncia sul pane e sul vino una sua preghiera di benedizione e di ringraziamento. Quindi dà il pane a mangiare ed il vino a bere, come Sacramento del Suo corpo donato e del Suo sangue versato per la riconciliazione universale.
Alla luce dell’esperienza di Pasqua e di Pentecoste, la Chiesa riprende la preghiera di lode e di benedizione di Gesù al Padre e la prolunga nei secoli. E obbediente al comando di Gesù: “fate questo in memoria di me”, la Chiesa ripete il gesto e le parole del Signore sul pane e sul vino, invocando lo Spirito consacratore.
La Chiesa dunque, rivive l’evento totale della Pasqua; fa memoria della morte e resurrezione del Signore, una memoria che non è un semplice ricordo, ma memoriale, ossia ripresentazione reale dell’evento stesso nel rito.
COMUNIONE CON CRISTO E CON I FRATELLI
La comunione eucaristica ha un carattere tutt’altro che intimistico e sentimentale.
Fare comunione con il Signore crocifisso e risorto significa donarsi con Lui al Padre ed ai fratelli.
Tutto questo si evince chiaramente nella preghiera eucaristica. Sappiamo bene come la liturgia ci offre una molteplicità di preghiere eucaristiche. Prendiamo in esame la terza preghiera eucaristica per evidenziare questo concetto.
La preghiera eucaristica si divide in due parti; vi è un’ epiclesi sulle specie eucaristiche affinchè diventino il Corpo ed il Sangue di Cristo, e una sull’assemblea affinchè diventi un solo corpo come uno è il Corpo di Cristo; la Chiesa è una in quanto membra di quel Corpo di Cristo di cui Egli è il capo.
Epiclesi sull’eucaristia
“Ora ti preghiamo umilmente:
manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo,
perché diventino il corpo e il sangue
di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore,
che ci ha comandato di celebrare questi misteri.”
Epiclesi sull’assemblea
“noi, che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio,
dona la pienezza dello Spirito Santo
perché diventiamo in Cristo
un solo corpo e un solo spirito.”
I fedeli sono stati uniti in un solo corpo mediante la condivisione di un solo pane.
La preghiera eucaristica, poi, si fa intercessione per il mondo e per la Chiesa universale e particolare, per i presenti e per gli assenti, per i vivi e per i defunti:
“Per questo sacrificio di riconciliazione
dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero.
Conferma nella fede e nell’amore
la tua Chiesa pellegrina sulla terra:
il tuo servo e nostro Papa N.,
il nostro Vescovo N., il collegio episcopale,
tutto il clero
e il popolo che tu hai redento.
Ascolta la preghiera di questa famiglia,
che hai convocato alla tua presenza.
Ricongiungi a te, Padre misericordioso,
tutti i tuoi figli ovunque dispersi.
Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti
e tutti i giusti che, in pace con te,
hanno lasciato questo mondo”
EUCARISTIA SORGENTE DELLA MISSIONE
Infondendo nel cuore la carità di Cristo e la speranza del regno di Dio, l’Eucaristia diventa la sorgente della missione del cristiano e della comunità ecclesiale.
Lo sciogliersi dell’assemblea è anche un invito: “Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace”. La messa si prolunga nelle strade, nelle case, nei luoghi del lavoro e del tempo libero.
PREPARAZIONE, PARTECIPAZIONE, SILENZIO
Presentiamo tre atteggiamenti importanti per vivere la Messa in pienezza.
- Prepararsi perché?
E’ importante prepararsi all’incontro con il Signore, perché agli incontri importanti, di solito, ci si prepara per tempo e bene. Sarebbe perciò strano confinare l’incontro con Gesù nei ritagli di tempo, giungere in ritardo, non curarsi di sapere prima di cosa si parlerà e come si sarà invitati a partecipare con i gesti e con le parole. Non pochi fedeli hanno preso l’abitudine, per evitare questi pericoli, di leggere prima le letture che verranno proclamate alla Messa, utilizzando un messalino o apposite pubblicazioni. Altri cercano di arrivare in Chiesa in anticipo, così da poter prendere parte alle prove di canto o chiedere se c’è bisogno di loro per qualche servizio. Altri preparano una preghiera per l’orazione dei fedeli, tenendo presente i problemi emersi nella settimana a livello sociale o ecclesiale.
- Partecipare: come?
In primo luogo, per partecipare, anche se può sembrar banale ricordarlo, occorre essere presenti all’Eucaristia domenicale. Diventa importante anche una certa stabilità ossia inserirsi nella realtà parrocchiale. Certo,è possibile di tanto in tanto partecipare alla Messa in un santuario o in un luogo di particolare impatto spirituale, ma è bene che il cammino ordinario della persona si misuri con una comunità concreta, alla quale scegliere di appartenere sia nei momenti in cui questo appare più spontaneo ed invitante, sia quando richiede impegno e coerenza. Del resto, già la lettera agli Ebrei invitava ad essere fedeli all’assemblea Eucaristica della propria comunità: “cerchiamo di stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, senza disertare le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma invece esortandoci a vicenda”. C’è un secondo livello di partecipazione: la partecipazione nella forma della parola, del gesto, del canto, del servizio prestato all’assemblea. A poco servirebbe essere presenti come se fossimo assenti, cioè come spettatori o soprammobili, e non come parti integranti di un’azione viva e articolata. Da ultimo, il livello più pieno di partecipazione all’Eucaristia si ha quando si accoglie l’invito di Gesù e della Chiesa e, con le disposizioni spirituali richieste, si accede alla comunione.
- Silenzio: quando?
Tra gli elementi della partecipazione attiva vi è il silenzio, soprattutto durante l’atto penitenziale, dopo l’invito del presidente: “Riconosciamo i nostri peccati…”; dopo l’invito che precede ogni orazione: “Preghiamo”; dopo la lettura del Vangelo e l’omelia, per appropriarci del messaggio trasmesso; dopo la comunione, per una debita interiorizzazione di ciò che è stato fatto in comune. Scrive il liturgista Rinaldo Falsini: “Il silenzio è un elemento proprio di ogni celebrazione liturgica, a cominciare dall’Eucaristia, così come lo è la parola, il gesto, il canto, il movimento. Non è semplice segno di attesa, non un momento vuoto o di riposo. È invece un momento culminante, di intensità, di venerazione, di ascolto. È come porsi di fronte a qualcuno o a noi stessi. Un’azione rituale senza silenzio è soffocante e assordante”.
IN SINTESI
- L’iniziazione cristiana si compie nell’unità dinamica di tre sacramenti: i battesimo, inizio di una nuova vita, la confermazione, suo rafforzamento e l’eucaristia, suo nutrimento mediante il corpo e il sangue di Cristo, in vista di una sempre più perfetta somiglianza con lui.
- Il battesimo è fondamento della vita cristiana: liberati dal peccato, rigenerati come figli di Dio, incorporati a Cristo come sue membra, diventiamo partecipi della Chiesa e della sua missione.
- Nella confermazione il sigillo dello Spirito Santo rafforza la nostra appartenenza a Cristo e alla Chiesa, perché possiamo crescere verso la santità e dare testimonianza al Vangelo, superando con coraggio le difficoltà.
- L’Eucaristia è fonte e vertice di tutta la vita cristiana: rendimento di grazie al Padre per tutti i suoi benefici, memoriale della Pasqua di Cristo e ripresentazione del suo sacrificio; presenza vera, reale e sostanziale del corpo e sangue del Salvatore; dono di comunione con Cristo e i fratelli; sostegno della missione; pegno della vita eterna.