“Io sono il Signore, tuo Dio... PRIMO COMANDAMENTO
Preferisco scegliere di presentare le “Dieci Parole” nella versione che ci riporta Esodo 20,1-17. Questo testo rappresenta la tradizione più antica. Ci sono due parti: dal v. 2 al v. 11 tutto ciò che riguarda Dio; dal v. 12 al v. 17 tutto ciò che riguarda l’uomo.
V.2: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù”. E’ la parola più importante. Qui c’è la fede d’Israele. Si è scoperto che, Dio salva quando interviene; così ha fatto in Egitto e così continuerà a fare. Questo è un ricordo per il futuro, per imparare a vivere in un certo modo. Quindi i comandamenti che seguono sono motivati: Dio è amore e salvezza e allora si sceglie di vivere secondo la sua volontà. Nell'esplicita affermazione divina: "Io sono il Signore tuo Dio" è incluso il comandamento della fede, della speranza e della carità. I peccati contro il primo comandamento sono peccati contro le virtù teologali.
V. 3: “Non avrai altri dei di fronte a me”. E’ molto assoluto. Non avere altri dei significa non rendere culto a nessuno altro. Cioè l’uomo può avere un solo assoluto al quale dà interamente sé stesso . Vedremo poi nei versetti quali sono i possibili dei, i signori che possono prendere posto dentro l’uomo.
V. 4: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto terra.” La proibizione riguarda immagini scolpite o fuse. Jahvè non può essere rappresentato come gli altri dei, non può essere “localizzato”, non si può disporre di Lui. Jahvè resta il Dio dei Padri, il Dio presente nel suo popolo in cammino. Se nessun oggetto, se niente di ciò che è creato può rappresentare Dio, significa che Dio lo si percepisce “ascoltando”, poiché è presente prima di tutto nella storia, negli avvenimenti e nella Parola. Si insiste sempre sull’ascolto più che sulla visione. Questo comandamento acquista un nuovo significato nel momento in cui Dio stesso propone una propria immagine di sé: Gesù Cristo. Da questo punto di vista i Comandamenti non sono definiti una volta per tutte, solo con Cristo acquistano la loro forma definitiva. Gesù dice: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto». Mt5,17-20. Cristo dice che la legge antica conserva il suo significato pedagogico essenziale fin nei dettagli. Cristo viene a darle compimento. Cristo le dà compimento nella sua sofferenza, nella sua vita, nel suo messaggio. Tutto quello che nella legge si intende e si richiede all'uomo trova davvero realizzazione nella persona di Cristo.
VV. 5-6: “Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai, poiché Io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso che punisce il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che mi odiano. E che uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che mi amano e che osservano i miei precetti”.
Si ritorna a parlare con insistenza che Dio solo è Dio. Dio geloso: questo è detto per rapporto ad altri “signori” o “Faraoni” che potrebbero prendere il suo posto e dividere l’uomo. Jahvè pretende l’esclusività; è il Signore assoluto di tutto. Per quanto concerne il punire la colpa si sente che sta maturando la coscienza del Dio della misericordia, ma non si riesce ancora ad affermarlo con tutta certezza. Tuttavia già si intuisce che prevarrà la sua misericordia: Gesù Cristo, la misericordia di Dio fatta carne, egli ha reso visibile, nel suo agire, che Dio è Amore.
Solamente chi riesce ad essere unito a Dio con costanza attraverso la preghiera saprà rimanere libero dagli dei del mondo. Il primo comandamento è un atto di amore verso noi stessi in quanto ci rivela la via per essere autenticamente uomini o donne. Tutti i peccati nascono dal peccato di idolatria, ossia nel credersi dio in tutto quello che è opera dell'uomo: i soldi, la carriera, il potere, il sesso, il proprio corpo, lo sport, il lavoro ecc.