I DIECI COMANDAMENTI
Comincia oggi un appuntamento settimanale con P. Maurizio che ci darà alcune pillole sui fondamenti della nostra fede cristiana cattolica.
Naturalmente non si poteva non cominciare dai Dieci Comandamenti, troppo spesso visti come qualcosa di desueto, di superato. Invece proprio attualizzando quelle dieci parole contenute nei libri più antichi dell'Antico Testamento, vedremo come la società moderna dovrebbe recuperare quello scrigno prezioso riaprendolo in questa epoca un po' disordinata.
In questo primo appuntamento, P. Maurizio fa una Introduzione generale sul tema
I Dieci Comandamenti
Introduzione
Tutti conosciamo a memoria i dieci comandamenti. Essi rappresentano il fondamento della morale nella Bibbia che regola il rapporto di Alleanza tra Dio e l’uomo nell’A.T. Siamo intorno al XII sec. a.C. Secondo la tradizione cristiana sono le Dieci Parole scritte da Dio sul Monte Sinai, portate da Mosè in tavole di pietra a tutto il popolo ebraico che si trovava nel deserto. Queste tavole furono conservate gelosamente nell’Arca dell’Alleanza, ma poi andate perdute nella distruzione del Tempio di Gerusalemme. Furono quindi tramandate oralmente di padre in figlio e nel VIII sec. a. C. scritte in due libri dell’Antico Testamento: Esodo Deuteronomio.
Esistono varie versioni dei Dieci Comandamenti, in quanto ognuna delle tre religioni monoteiste li ha diversamente interpretati e redatti, sebbene l’originale ebraico ne sia alla base.
Nel secondo millennio cristiano, si è provveduto però ad una nuova formulazione per facilitare l’individuazione delle fondamentali citazioni bibliche allo scopo di favorire sia l’aspetto mnemonico sia quello catechetico ed è la formula più conosciuta.
Il testo del Decalogo si trova all’interno della Bibbia dell’A.T. nel Libro dell’Esodo (20,2-17) e nel Deuteronomio (5,6-21). Si distinguono per sottigliezze esteriori ma la sostanza risulta la stessa.
La tradizione ecclesiale ha riconosciuto al Decalogo un’importanza e un significato fondamentale. Infatti in epoca patristica S. Ireneo li cita nella sua opera Adversus Haereses, e Sant’Agostino impartisce lezioni di catechesi ai battezzandi e ai fedeli, inerenti lo studio dei comandamenti e la rilevanza che hanno su tutto il dato di fede.
Nel XV sec. si prese l’abitudine di insegnare i precetti in formule e in rima per facilitarne la memorizzazione, ancora in uso oggi. La Chiesa, attraverso i concili della sua storia, soprattutto quello di Trento (1545-63) e il Vaticano II (1962-65), hanno recepito questo aspetto proclamando l’obbligatorietà del Decalogo per i cristiani, nell’osservanza dei precetti necessari alla salvezza, in quanto portatore privilegiato della legge naturale (Lumen Gentium n.24).
Nel libro dell’Esodo, il Decalogo fa parte del grande complesso storico e letterario dell’Alleanza del Sinai, nel quale occupa un posto centrale.
Gli esegeti hanno stabilito che l’intenzione dell’autore sacro è di porre il Decalogo in stretta relazione con gli avvenimenti storici del Sinai e dimostrare che è veramente il documento dell’Alleanza. Nel complesso il Decalogo appare qui chiaramente come il documento ufficiale dell’Alleanza.
Il Deuteronomio raccoglie gli elementi già formulati anteriormente e li presenta sotto forma di catechesi sulla Legge al popolo, nel corso di cerimonie e liturgie allo scopo di esortarlo verso i precetti dell’Alleanza. Gli avvenimenti passati vengono rivisti, per scoprirne la volontà attuale di Dio su come Israele deve vivere il patto di elezione e promessa.
Il documento in esame è inserito al capitolo V e occupa una posizione all’inizio del secondo discorso di Mosè, insistendo sul senso del primo comandamento: Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altro Dio al di fuori di me. Inoltre nel libro viene descritto quando Mosè riferisce agli Ebrei sia il modo in cui Dio gli si è rivelato sia il modo in cui materialmente Dio stesso ha scritto sulle due tavole di pietra la Legge che regolava da quel momento in poi la sua storia con la storia dell’uomo.
Il Decalogo, in ambito cattolico, viene presentato in forma ridotta e nella sua la struttura più nota redatta dal Catechismo della Chiesa Cattolica secondo le disposizione di papa S. Pio X.
P. Maurizio Sierna